Dulce et Decorum Est

il trauma della guerra in Wilfred Owen

Written by Valentina

Piegati in due, come vecchi straccioni, sacco in spalla,
le ginocchia ricurve, tossendo come megere, imprecavamo nel fango,
finché volgemmo le spalle all’ossessivo bagliore delle esplosioni
e verso il nostro lontano riposo cominciammo ad arrancare.
Gli uomini marciavano addormentati. Molti, persi gli stivali,
procedevano claudicanti, calzati di sangue. Tutti finirono azzoppati; tutti orbi;
ubriachi di stanchezza; sordi persino al sibilo
di stanche granate che cadevano lontane indietro.

Il gas! Il GAS! Svelti ragazzi! Come in estasi annasparono,
infilandosi appena in tempo i goffi elmetti;
ma ci fu uno che continuava a gridare e inciampare
dimenandosi come in mezzo alle fiamme o alla calce…
Confusamente, attraverso l’oblò di vetro appannato e la densa luce verdastra
come in un mare verde, lo vidi annegare.

In tutti i miei sogni, davanti ai miei occhi smarriti,
si tuffa verso di me, cola giù, soffoca, annega.

Se in qualche orribile sogno anche tu potessi metterti al passo
dietro il furgone in cui lo scaraventammo,
e guardare i bianchi occhi contorcersi sul suo volto,
il suo volto a penzoloni, come un demonio sazio di peccato;
se potessi sentire il sangue, ad ogni sobbalzo,
fuoriuscire gorgogliante dai polmoni guasti di bava,
osceni come il cancro, amari come il rigurgito
di disgustose, incurabili piaghe su lingue innocenti
amico mio, non ripeteresti con tanto compiaciuto fervore
a fanciulli ansiosi di farsi raccontare gesta disperate,
la vecchia Menzogna: Dulce et decorum est
pro patria mori.

(traduzione di Sergio Rufini)

Wilfred Owen è tra i più noti war poets, ovvero quei poeti che vissero in prima persona la trincea della Prima Guerra Mondiale e che racchiudono in sé le anime apparentemente antitetiche del poeta e del soldato.

La Poesia

In questa poesia, i soldati vengono subito introdotti come dei mendicanti, ubriachi di una fatica che li rende sordi e ciechi alla realtà circostante. Sembrano avanzare privi di emozioni e motivazioni, procedendo per inerzia. L’ultimo verso della prima stanza introduce silenziosamente la seconda: sono talmente sordi che non sentono nemmeno il rumore dei proiettili a gas. Il repentino cambio di scenario è reso dall'accostare convulso di brevi parole e, in «an ecstasy of fumbling», ci troviamo nel pieno di un attacco col gas. I soldati si mettono la maschera: tutti tranne uno, sul quale si concentra l'attenzione del narratore. Una visione da incubo nella quale, attarverso la distorsione dalle lenti della maschera antigas, il soldato sembra quasi annegare in un mare verde. Nei due versi successivi, isolati e di grande impatto, vi è un salto temporale: l’io narrante rivive questa scena nei suoi incubi. Utilizza successivamente la sua esperienza per rivolgere un messaggio al lettore.

La Guerra Moderna

La propaganda della Prima Guerra Mondiale fu uno strumento potentissimo e il numero elevato di volontari ne è la prova: i giovani partivano verso un'ideale della guerra condizionato dalla lettura dell'Iliade e dalle storie cavalleresche della Tavola Rotonda, la figura del soldato si sovrapponeva a quella del classico eroe. La realtà che trovano sul campo di battaglia è purtroppo tutt'altra. La guerra moderna avanza per cielo, mare e terra, con aerei, sottomarini e carrarmati, e utilizza filo spinato e cavalli di frisia, bombe e mitragliatrici, lanciafiamme e armi chimiche.
All’iniziale fiorire di scritti entusiastici dell’impresa bellica e fiduciosi di una rapida e vittoriosa conclusione, nel corso degli anni dello scontro, si sostituì la produzione di testi decisi nel denunciare le atrocità della guerra, smentendo le versioni ufficiali diffuse dalla propaganda. La letteratura fu uno dei maggiori veicoli d’informazione del tempo, e ancora oggi queste poesie sono il mezzo preferito nei licei inglesi per avvicinare i ragazzi sia all’evento storico della Prima Guerra Mondiale sia alla poesia stessa. La crudezza del lessico e la mancanza di un carattere consolatorio tipico dell’elegia sono tra le caratteristiche più evidenti in questi testi, funzionali ad un’onesta e spietata raffigurazione dell’evento bellico, lontana dall’idealizzazione romantica. È proprio all’interno di questa demistificazione che la figura dell’“eroe” e quella del “nemico” subiscono delle ridefinizioni radicali.

Lo stile di Owen

Wilfred Owen mette in poesia questa dimensione di sconforto e rabbia, criticando la guerra attraverso l'uso di una giustapposizione ironica di elementi discordanti: nell’ultima stanza l'accostare espressioni di fervore patriottico alle morti di giovani soldati crea un potente risultato. La stanza finale cerca di creare una risposta empatica nel lettore, facendogli riconoscere la sua tacita colpevolezza: il “my friend” carico di ostilità evidenzia come il nemico non sia il tedesco che ha lanciato l’offesa militare, ma la società tutta che ha creato un terreno fertile alla guerra.
La poesia, in questo caso, diventa un mezzo per elaborare il trauma personale, criticare la guerra e la propaganda, invitare alla compassione.

Tra le sue poesie consigliamo: Strange Meeting, Mental Cases,Smile Smile Smile.

Valentina

Poetry Foundation: The Owl, Dulce et Decorum Est, In Flanders Fields


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